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Terapia del gioco: Un amico per ogni bambino

Sarà capitato anche a te, durante l’infanzia, di giocare con o i pupazzetti o con le bambole. Il giocattolo con le nostre sembianze, permette al bambino di immedesimarsi, stimolandone la fantasia, che si sente maggiormente coinvolto nelle storie che inventa. Amy Jandrisevits però pensa che le bambole siano molto più che semplici giochi: per anni si è mossa in prima persona effettuando sedute di “Play Therapy” (terapia del gioco) ai bambini ricoverati in oncologia – e qui si è accorta di un piccolo ma fondamentale dettaglio.

Non tutti i bambini si sentivano totalmente rappresentati dalle bambole, poiché se si è affetti da una malattia o da un difetto fisico è quasi impossibile che questo particolare sia rappresentato sul balocco. Sfruttando questo problema, Amy ha avuto un’idea: perché non creare giocattoli personalizzati che rappresentino al meglio i bambini, anche per personalizzare le sedute di terapia del gioco?

Una bambola come me

Amy decide quindi di creare una pagina Facebook, in cui pubblicizzare la possibilità di creare bambole il più possibili somiglianti al bambino al quale è stata ispirata. Il successo è stato subito importante, circa duecento ordini in due mesi, al che decide di avviare una raccolta fondi su GoFundMe, per riuscire a coprire i costi dei giocattoli – oscillanti tra i settanta e i cento dollari per ogni “creatura”. Da specificare il fatto che ognuna è realizzata interamente a mano, tanto che la sala da pranzo della signora è stata interamente trasformata nel laboratorio dove tutte le bambole vengono costruite.

“Tanti bambini quando aprono la scatola sorridono perché si tratta di una bambola, ma quando si accorgono che ha la loro stessa caratteristica speciale scoppiano in lacrime. Questo è esattamente il senso che voglio dare a questa iniziativa”.

E’ veramente commovente come i piccoli reagiscono al regalo, perché si sentono pienamente valorizzati e considerati quando normalmente non è così – e vedersi rappresentati in questo modo li rende molto felici. Ad una delle bambine intervistate è stato chiesto se mai si sarebbe immaginata di avere una bambola speciale come la sua – e il suo “onestamente no” – unito al sorriso che sfodera in quel momento, scalda veramente il cuore.

Amy si è dimostrata pronta a venire incontro alle esigenze di tutti i richiedenti, perché se non si possono permettere l’investimento di cento dollari per l’acquisto, accorre in loro soccorso il fondo creato su GoFundMe, che consente a tutti i genitori di donare al proprio figlio il regalo speciale, che rimarrà sempre impresso nella sua vita, pur non pagando l’intera cifra. Un’idea geniale da parte di Amy sotto il profilo organizzativo, così da aiutare più bambini possibili nell’accettare malattie, malformazioni o amputazioni.

L’importanza di avere un amico

In certi momenti, soprattutto quando sei ricoverato, ti senti solo. E’ preziosa la presenza dei genitori, ma in ogni caso ci sono delle parti del giorno in cui ti senti abbandonato al tuo destino – e le pareti pastello della stanza d’ospedale ti sentenziano la tua condizione di malato.

A volte capita un compagno di stanza col quale puoi passare meglio il tempo, ma se la stanza è singola sei solo contro il mondo. Per questo motivo l’iniziativa di Amy merita risalto: lei crea degli amici, non dei giocattoli.

Amici perché ti assomigliano, amici perché ti capiscono, amici perché sono bloccati come te in quella maledetta stanza.

Con loro puoi tranquillamente pianificare di evadere e andare in chissà quale località esotica, dimenticando la malattia e facendo così trascorrere il tempo più velocemente, oppure puoi capirti ancora più profondamente. Il gioco usato meramente come mezzo di terapia.

Amy specifica che “con la mente logica sappiamo che sono soltanto bambole, ma l’innocenza dei bambini permette che loro li vedano come qualcuno di uguale a loro”. E solo loro sanno quanto sia importante avere qualcuno di simile in quei momenti.

M°Cristian Petenzi

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