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Kodi Lee e August Rush, il miracolo della musica

In momenti di relax, sarà capitato anche a te di fare zapping tra i vari video condivisi su Facebook, per passare il tempo e perché no, divertirsi spensierati. Un giorno sotto gli occhi mi capita un filmato, tratto dal programma America’s Got Talent, in cui viene presentato Kodi Lee, ventiduenne non vedente e con autismo e la musica nel cuore.

Sono sincero, sapendo come funzionano certi programmi, dove solitamente viene propinata la classica storia “strappalacrime” al fine di avere più consensi, ma che in realtà non è seguita da un reale talento inizio la visione un po’ prevenuto. Ebbene, me ne sono pentito in circa due secondi: lascio qui il video per dimostrarvelo.

La musica oltre tutto

Ero sconvolto. In lacrime. Non capivo come un talento così cristallino potesse provenire da una persona con una storia personale così travagliata. Come dice sua mamma,

la musica ha salvato la vita a Kodi, diventandone di fatto parte integrante.

L’incredibile capacità del ragazzo, sia al pianoforte che nel cantare, è data da una peculiarità che pochi hanno al mondo, ossia la memoria musicale: Kodi sente una melodia ed è immediatamente in grado di riprodurla perfettamente – quella capacità che abbiamo tutti e che Gordon chiamerebbe audiation.

Il potere straordinario della musica

Kodi, a causa delle sue problematiche, se non avesse avuto la possibilità di coltivare sé stesso in musica avrebbe rischiato una condizione di emarginazione sociale purtroppo all’ordine del giorno per i ragazzi con disabilità, proprio come accade la stragrande maggioranza delle volte. Grazie al potere delle note però il riscatto sociale è possibile: da una parte per Kodi, che diventa musicista proprio come fanno quei ragazzi e adulti che frequentano Altravoce – e dall’altra parte per il pubblico, che lo vede in quel ruolo di musicista e non più “solo una persona fragile”.

Alla fine dell’audizione – nel video – vediamo come il giudice assegni a Kodi il “Golden Buzz”, un riconoscimento che lo porta direttamente sui palchi dal vivo e Kodi si ritrova a dover sopportare una tensione e una pressione non indifferente. Eppure riesce al meglio. Anche tu avrai pensato: “è nato per questo”, vero? A metà agosto ci sono stati i quarti di finale della competizione, in cui ha cantato “Bridge Over Troubled Water” di Simon and Garfunkel, mandando in estasi sia i giudici che il pubblico presente.

Il mio pensiero, sentendo queste due esibizioni, non può far altro che riconoscere il talento a dir poco pazzesco di Kodi. Talento: non si può dire altro. Oggettivamente da musicista mi trovo a constatare che non ha praticamente sbagliato una nota – e la disabilità che condiziona Kodi non incide minimamente sul mio giudizio. Se provate a chiudere gli occhi sentirete soltanto una voce straordinaria e che vibra nel cuore della musica, una voce che spunta dalle tenebre di una vita difficile per donare momenti di commozione a tutti coloro che sentono queste note angeliche. E sfido davvero chiunque a non farsi venire per lo meno gli occhi lucidi di fronte all’estensione vocale di questo fenomeno.

La Musica nel cuore

Questa storia mi fa tornare in mente un capolavoro del cinema che vidi quando ero bambino, dal titolo “August Rush – La Musica nel Cuore”.

In quel caso però, il giovane protagonista si è trovato sin da piccolo a dover affrontare varie peripezie senza persone davvero affidabili accanto. L’unica compagna fedele nel suo incredibile e commovente viaggio è stata la Musica – per la quale tra l’altro ha sempre mostrato un talento straordinario, come Kodi.

Non dirò nulla del film, lascerò che tutti possano goderne appieno se non l’hanno già fatto. Metterò soltanto un video esplicativo sul motivo per cui le due vicende mi sono apparse simili: due persone che tra mille difficoltà (diverse tra loro) trovano conforto nelle terapeutiche note.

La differenza più grande tra i due casi è l’assenza del ruolo materno per August, a differenza dell’incondizionato sostegno di cui gode Kodi.

Il ruolo della madre

Se Kodi ha fatto ciò che ha fatto è anche merito della madre che, intuendone le innate capacità, gli ha permesso di uscire dal grigiore che talvolta pervade la vita delle persone con disabilità cognitiva e sociale. Lui non la vede ma ne sente la presenza, che risulta fondamentale sia il giorno della prima audizione sia quando deve disputare i quarti di finale: non si sente bene ciò che la madre dice a Kodi, ma si sente lo “yeees” convinto di chi sa che l’esibizione può solo che andare bene.

Non sta suonando da solo: lui muove i tasti e sua mamma gli cura l’anima, lo sostiene, permettendogli di dare tutto sé stesso senza rischiare di rimanere invischiato in errori dati dalla solitudine che talvolta si patisce sul palco, quando sei solo con tutti che bene o male ti giudicano  – e non sempre riesci a rimanere lucido. La madre resta un esempio da seguire per la fiducia e l’amore che esprime – e soprattutto grazie a lei il mondo intero ha scoperto uno dei talenti più cristallini degli ultimi anni.

La musica fa miracoli.

Un’affermazione quasi retorica, ma alla fine è così che è andata per Kodi. Gli ottantotto tasti del pianoforte sono i gradini che trasportano lui e noi in un paradiso in cui l’inclusione è realtà – e dove la disabilità non esiste – lasciando spazio soltanto all’emozione tangibile che le note suscitano nella quasi totalità della popolazione mondiale.

Un ultimo consiglio, non fate come anche a me è capitato di fare, non siate prevenuti. Se si tratta di musica,

“ascoltatela, suonatela, amatela e riveritela” (Albert Einstein).

M°Cristian Petenzi

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