Il Bandolo della Sostenibilità: investire nel sociale, costruire futuro

Un filo che tiene insieme il sociale, la cultura e il futuro.

Ad Altravoce da oltre dieci anni lavoriamo con persone con disabilità mentale, attraverso percorsi orchestrali, educativi e relazionali. Lo facciamo con passione, ma soprattutto con metodo, visione e tanta voglia di costruire relazioni nuove — solide, durature, virtuose.

Nel 2025 abbiamo scelto di fare un passo in più. E da questo passo nasce “Il Bandolo della Sostenibilità”, un progetto che parla di futuro, concretezza e alleanze. Con il sostegno di Fondazione ASM, stiamo implementando un modello che ci permetta di non dipendere più esclusivamente da bandi o donazioni una tantum, ma di generare continuità.
Vogliamo coinvolgere aziende che credono che fare impresa oggi significhi anche investire nel bene comune.

Continuità, reti, relazioni

Fino ad oggi, il nostro lavoro ha contribuito al miglioramento della vita di tante persone: bambini, ragazzi e adulti in condizioni di autismo o con disabilità intellettive di qualsiasi genere, sindromi genetiche, psicosi e fragilità sociale che hanno scoperto sé stessi grazie ad un lavoro profondo con la musica, fino a salire su un palco a suonare con professionisti; famiglie che hanno ritrovato fiducia, imprenditori che si sono scoperti più inclusivi.

Per fare in modo che tutto questo non sia mai interrotto, che possa continuare, stiamo costruendo una base solida di relazioni. Ecco perché abbiamo deciso di creare un piccolo team dedicato, capace di portare valore a chi partecipa.

Soddisfare il desiderio di tutti quegli attori (stakeholder) che vogliono dare senso al proprio successo, costruendo insieme a noi e a Fondazione ASM qualcosa che duri nel tempo.

Un modello replicabile

Una delle problematiche del non profit è la sostenibilità finanziaria: implementare un modello diverso da quello esistente oggi significherebbe finalmente riuscire a dare tanto (tantissimo) valore alla singola persona con disabilità o fragilità. Dinamica che oggi solo pochissimi possono permettersi, come ad esempio genitori di figli con disabilità che hanno disponibilità economica unita a una visione ben definita per il proprio figlio.

Ma un Ente del Terzo Settore, dato che è fatto da una pluralità di persone, può avere quell’impatto positivo che solo quei pochi sono riusciti a ottenere per i propri figli e moltiplicarlo per tantissimi altri. Costruire insieme come spesso si fa, ma non come si fa di solito.

Il vero valore sta sia nel cuore, sia nei numeri: altrimenti non si sentirebbe il bisogno della “famosa” sostenibilità finanziaria. 

Perché ogni relazione vera nasce da un incontro. E da un incontro possono nascere prospettive di vita.