Classificazione negli sport paralimpici: guida ai criteri e alle classi
Manca sempre meno alle Paralimpiadi di Milano-Cortina 2026, quando il mondo intero potrà ammirare da vicino come la classificazione negli sport paralimpici renda possibile una sfida davvero alla pari, fatta di talento, coraggio e spirito sportivo.
Infatti, negli sport paralimpici non si gareggia tutti insieme, bensì in categorie che raggruppano atleti con condizioni funzionali simili.
Questo sistema permette di svolgere delle competizioni eque, dove contano bravura, preparazione e determinazione.
In passato abbiamo già parlato della joelette, la carrozzina da trekking che permette a tutti di vivere l’esperienza dei sentieri accessibili.
Ma come funziona il mondo delle classificazioni paralimpiche, fondamentali per costruire gare equilibrate e rispettose?
Perché serve una classificazione nello sport paralimpico
Immagina una gara tra atleti con livelli di mobilità molto diversi: il risultato non sarebbe rappresentativo del talento di ciascuno.
Per questo ogni sport paralimpico stabilisce delle classi di appartenenza, che consentono di mettere a confronto atleti con capacità funzionali simili.
Obiettivi della classificazione:
- garantire equità nelle competizioni
- stabilire un’idoneità sportiva chiara
- rendere ogni gara significativa dal punto di vista tecnico
“L’obiettivo non è livellare le differenze, ma valorizzare le abilità di ciascun atleta.”
Valutazione iniziale: chi può partecipare
Prima di tutto, un atleta deve essere riconosciuto idoneo per praticare una disciplina paralimpica.
Le principali categorie di disabilità riconosciute sono:
- Fisiche: amputazioni, lesioni spinali, paralisi cerebrale, deficit motori.
- Visive: da ipovisione grave a cecità totale.
- Intellettive: compromissioni cognitive che influenzano la performance sportiva.
Non tutti gli sport ammettono tutte le categorie: ad esempio, il nuoto accoglie atleti con disabilità fisiche, visive e intellettive, mentre altri sport si limitano a una sola tipologia.
Ogni disciplina stabilisce poi i criteri minimi di idoneità, per garantire che la disabilità abbia un impatto reale sulla prestazione.
Athlete Evaluation: il processo di classificazione
Una volta riconosciuto idoneo, l’atleta viene quindi sottoposto a un processo tecnico chiamato classificazione sportiva, che si compone di tre fasi:
- Analisi medica e funzionale: valutazione della disabilità e dei suoi effetti sulla performance.
- Osservazione pratica: test e prove specifiche sul campo o in allenamento.
- Assegnazione della classe sportiva: identificata da una lettera, che indica la disciplina, e un numero, che rappresenta il grado della disabilità.
Esempio: nel nuoto, la lettera S indica lo stile libero, dorso e farfalla; numeri più bassi (S1, S2) corrispondono a disabilità più gravi mentre numeri più alti (S10, S13) a disabilità più lievi.
Le classi nella pratica: esempi dal nuoto e altri sport
Nel nuoto paralimpico le categorie principali sono:
- S1–S10: disabilità fisiche
- S11–S13: disabilità visive
- S14: disabilità intellettive
Ogni atleta compete all’interno della propria classe.
Negli sport come atletica, basket in carrozzina o ciclismo, esistono altri sistemi di classificazione, ma la logica rimane la stessa: garantire parità di opportunità attraverso una valutazione oggettiva delle capacità.
Casi particolari e riclassificazioni
La classificazione non è definitiva: può cambiare nel tempo.
Un atleta può essere riclassificato se:
- la sua condizione fisica migliora o peggiora
- emergono nuovi criteri o strumenti di valutazione
- si riscontrano incongruenze nella classe assegnata
In questo modo si assicura agli atleti flessibilità e correttezza nel lungo periodo.
5. L’importanza della classificazione per l’equità
La classificazione è il cuore dello sport paralimpico: permette agli atleti di gareggiare in modo giusto, di sentirsi rappresentati e di essere giudicati solo per la propria prestazione sportiva.
Garantire un sistema trasparente significa promuovere fiducia, rispetto e crescita di tutto il movimento paralimpico.
La classificazione negli sport paralimpici è il fondamento di un approccio allo sport inclusivo e meritocratico.
Capirne il funzionamento aiuta a guardare le gare con occhi diversi, non come una sfida tra disabilità, ma come una celebrazione dell’abilità umana in tutte le sue forme.
Enrica Pugliese
