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Chelsea Werner: libera come una farfalla

Spesso una diagnosi come “Sindrome di Down” o “Disturbo dello spettro autistico” appare come una disgrazia, un limite insuperabile. Questa visione di alcuni genitori è figlia del fatto che spesso si guardano soltanto i lati negativi della disabilità, senza considerare il considrevole potenziale di queste persone. Queste sono le storie di Chelsea Werner e Carlo Mischiatti, giovani con un’incommensurabile forza e voglia di vivere.

Chelsea Werner, la bellezza e la grazia

Stati Uniti d’America. Dalla splendida San Francisco arriva una storia altrettanto bella, che riguarda una campionessa di sport e di vita: Chelsea Werner.

Chelsea è nata 27 anni fa a Darnville, California – e la diagnosi di Sindrome di Down sembrava averle limitato le prospettive di vita. Non ha cominciato a camminare fino ai due anni, quindi di certo non avrebbe mai pensato di diventare una campionessa sportiva. Ma partiamo dall’inizio.

A 8 anni c’è la svolta decisiva nella vita della ragazza: inizia a praticare più o meno ogni sport che le capitasse a tiro. Calcio, baseball, nuoto.. ma nulla la faceva sentire viva e capace come la ginnastica artistica.

Chelsea Werner decide di dedicarsi esclusivamente a questo, e dopo 2 anni di allenamenti settimanali si inizia ad intravedere un talento non comune. Così i genitori la iscrivono ad una palestra molto importante, gestita da Dawn Pombo, che però inizialmente sembra non vedere un potenziale troppo elevato. La donna però ha il merito di guardare oltre ogni limite e accetta di allenarla.

Con la costanza dei campioni, Chelsea migliora e riesce a vincere il titolo nazionale di Ginnastica Artistica, difeso per addirittura 3 anni.

Nel 2012 riesce a vincere il mondiale di le persone con sindrome di Down, dominando tutte le competizioni della Ginnastica, compreso il suggestivo “Corpo Libero”.

Nel 2014 inizia una carriera parallela per Chelsea, poichè viene scelta dalla Universal Pictures per raccontare la sua storia ispirazionale, in parallelo con l’uscita del film “Unbroken”. Da quel momento ha cominciato ad essere notata anche per il suo stile fuori dal palazzetto dello sport.

Nel 2015 riesce a vincere il suo secondo Mondiale – e riesce addirittura a conoscere ed esibirsi davanti alla più grande ginnasta di tutti i tempi: Nadia Comaneci.

Nel 2016 la carriera da modella e ragazza immagine decolla, venendo scelta dalla catena d’abbigliamento H&M per uno spot televisivo per la nuova collezione. Inoltre, dopo questo avvenimento, Chelsea Werner viene invitata a sfilare alla New York Fashion Week.

Una storia incredibile, che almeno per la parte della carriera d’immagine ricorda la celebre vicenda di Madeline Stuart.

Ecco un video che sintetizza la carriera e la vita di Chelsea, preso da Fanpage.

Carlo Mischiatti, una storia italiana

Carlo Mischiatti è un giovanissimo ragazzo con disturbi dello spettro autistico. A soli 16 anni è stato insignito dell’ambito titolo di “Alfiere della Repubblica Italiana” per i suoi meriti sportivi. Per far capire il valore di questo, ci sono soltanto 25 Alfieri in tutta Italia. Ma che sport pratica Carlo?

“Basket, Bowling e Ciaspolata quando arriva il freddo”

risponde orgoglioso.

Nel basket ha avuto un altro grande riconoscimento, è infatti stato insignito di un trofeo per essere il più giovane ragazzo con autismo della competizione, tra l’altro vinta.

La famiglia è stata fondamentale per Carlo, in quanto la sua condizione era parecchio più grave di quella che mostra oggi. Con costanza e amore il suo nucleo famigliare, suo fratello Marco in primis, lo ha fatto uscire dal guscio.

A 13 anni Carlo ha imparato a leggere e scrivere – e tra tutti questi impegni riesce comunque a trovare il tempo di aiutare gli altri, dato che fa il volontario nell’associazione fondata dalla sua famiglia, per aiutare altri ragazzi nella sua condizione.

Avere un cuore grande

Da entrambe queste storie possiamo vedere un coraggio immenso, che ha portato i protagonisti ad affrontare con forza la disabilità. Ma dietro a tutto questo ci sono numerosi cuori che battono all’unisono.

Nel caso di Chelsea, la sua allenatrice che è stata capace di andare oltre una prima opinione negativa, i suoi genitori che l’hanno sempre stimolata a vivere al massimo, ma anche lei stessa, che si è messa in gioco in varie discipline e vari ambiti, uscendone vincitrice.

La storia di Carlo mostra che oltre all’avere la possibilità di alimentare la propria carriera, si può ritagliare del tempo per rendere più facile la tormentata esistenza di qualcun altro. Come hanno fatto i suoi genitori e suo fratello con lui.

Dare e ricevere, un ciclo continuo non scontato.

Ad Altravoce facciamo il possibile per far risuonare i nostri cuori allo stesso numero di bpm dei nostri ragazzi, per rendere possibile una loro realizzazione personale sempre maggiore.

Proprio come fanno loro con noi.

Cristian Petenzi

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