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Clara Woods come Frida Kahlo: essere artista per vivere

10 marzo 2006. Il giorno che dovrebbe essere il più bello della vita di una coppia di genitori si tramuta in un incubo. Il dottore informa che Clara Woods, questo il nome della protagonista di questa storia, ha avuto un ictus prenatale – e che quindi sarà condannata ad una “vita da vegetale”.

Un’analisi superficiale delle abilità di base di questa ragazza potrebbe far pensare che il medico avesse ragione: Clara infatti non legge, non scrive e non parla.

Ma è proprio qui la sua grandezza: vediamo il perchè.

Trovare un modo per comunicare

Pensiamoci. Va bene che soltanto il 7% della comunicazione umana è verbale – e per il restante 93% la fa da padrona il non verbale, ma – se ci immaginassimo nei panni di Clara – sentire tutti che parlano, voler rispondere e non poterlo fare dev’essere a dir poco frustrante.

Vorresti scrivere, ma non puoi.

Vorresti urlare, ma ci sono forze più grandi di te che te lo impediscono.

Ma per fortuna ci sono altri modi per esprimere le proprie emozioni.

Clara Woods se n’è accorta – e da lì ha cominciato a dipingere, senza più smettere.

Nel 2018 ha tenuto una mostra interamente dedicata a lei a Firenze, sua città natale, che ha riscosso un successo incredibile. E’ questa la svolta della sua carriera, da semplice passatempo e necessità, la pittura diventa un vero e proprio lavoro.

Da questo momento le sue opere hanno viaggiato per il mondo: Giappone, Londra, Stati Uniti. Con il legittimo sogno di una mostra targata “Clara Woods” a New York.

L’ispirazione a Frida Kahlo

Nonostante le difficolà ad esprimere le informazioni apprese al di là della pittura, Clara Woods ha un grande background culturale.

Il fatto che la madre sia brasiliana e il padre canadese – e il suo essere puramente toscana, nata e cresciuta a Firenze – fa sì che Clara capisca alla perfezione 3 lingue: inglese, italiano e portoghese. Non male, per una ragazza che avrebbe dovuto “vivere da vegetale”.

L’ispirazione più grande per Clara è l’artista messicana Frida Kahlo, diventata famosa per le sue opere a tal punto che non tutti sanno che viveva in una condizione di disabilità. Nata affetta da spina bifida, il destino ha voluto infierire ulteriormente su questa donna.

Infatti Frida, a soli 18 anni, ebbe gravissimi danni alla colonna vertebrale a seguito di un terribile incidente in autobus – e questo la costrinse ad un’esistenza difficile. Dapprima il busto in gesso che la lasciò bloccata nel letto di casa per anni, poi i dolori lancinanti che ha dovuto sopportare per tutta la sua vita a causa di tutti questi problemi.

La salvezza di Frida Kahlo è stata però la sua strabordante personalità, che ha fatto sì che lei potesse essere ricordata per i lavori e non per la disabilità. Grazie anche al matrimonio con Diego Rivera, importante membro della rivoluzione comunista messicana e celebre pittore, riuscì ad avere una visibilità importante, che la portò ad esporre a New York.

Sì, New York. Il sogno di Clara Woods.

L’arte come unico modo di espressione del sé

L’arte è vita, senza alcun dubbio. Ogni artista mette nelle proprie opere tutto sé stesso, riuscendo a trovare un ulteriore canale espressivo, oltre a quelli classici della parola e del non-verbale.

La cosa straordinaria di Clara è che questo è l’unico modo che ha per dare un feedback di quello che sente. E’ bellissimo che l’arte figurativa possa aiutare a capire nell’immediato come si senta una persona, poiché è come un disegno istintivo e istantaneo della mente di chi si sta raccontando.

Un’ecografia a colori dell’anima dell’artista.

L’arte è una, le possibilità innumerevoli: anche un musicista può esprimere nelle note il suo stato d’animo – e qui ad Altravoce lo sappiamo bene. I ragazzi che frequentano i nostri percorsi alle volte arrivano stanchi o giù di morale, ma il potersi esprimere attraverso gli strumenti aiuta loro a “scaricarsi emotivamente” e noi a capire il loro stato d’animo, per poter essere il più efficaci possibile nell’aiutarli.

Ogni artista punta a questo, la spontaneità. Si percepisce quando un’opera è troppo artificiosa e non naturale – e in questo le opere di Clara Woods hanno una “spontaneità devastante, violentissima“.



Cristian Petenzi

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