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Disabilità Superata: La Storia Di Marco Dolfin

Storia di vita straordinaria quella che raccontiamo oggi. La storia d un chirurgo che dinnanzi alla disabilità non si è arreso. Marco Dolfin è un chirurgo ortopedico 36enne, che da anni si sta facendo notare come nuotatore nelle maggiori competizioni internazionali. Una vita tra tante? No, una vita fatta di scelte forti, disciplina e buona volontà, di passione e forza d’animo per perseguire i suoi sogni, dopo che un incidente lo ha privato dell’uso delle gambe.

L’Incidente

Era l’11 ottobre 2011 e Marco si stava recando sul posto di lavoro in moto, presso il reparto di Chirurgia ortopedica del San Giovanni Bosco di Torino. Ma a poche centinaia di metri dall’ingresso l’incidente: una colluttazione con un’automobile che cambia per sempre la sua vita. Politraumatizzato, viene ricoverato proprio nell’ospedale dove lavora. Al suo risveglio si rende subito conto della situazione da esperto quale è: non sente le gambe. La diagnosi è quella infatti di una paralisi alle stesse.

Accettare una nuova condizione non è mai semplice e non lo è stato nemmeno per lui. Racconta di sconforto, paure, pensieri su tutto ciò che sarbbe cambiato. Ma racconta anche che la sua parola d’ordine è “non rrendersi”. Che accontentarsi non è contemplato. Ma dopo mesi di riabilitazione nell’Unità spinale della Città della Salute e a un anno dall’incidente arriva il momento di rientrare in reparto. Come chirurgo.

Superare La Disabilità!

Opera in piedi, per ore, sostenuto da un esoscheletro. Ad essere precisi è una sedia a rotelle elettrica e verticalizzabile costruita appositamente per lui. Perché, come sostiene, arrendersi non è tra le possibilità contemplate. Avrebbe potuto limitarsi alle operazioni alle mani o ai piedi, che si possono fare da seduti. Ma la sua passione e la sua specializzazione sono su traumi più importanti, che necessitano lavori di precisione da svolgersi in posizione eretta. Da qui la scelta della carrozzina verticalizzata. A progettarla è stato Alessio Ariagno dell’Officina ortopedica Maria Edelaide di Torino, che ha pensato anche alla possibilità di muoverla in modo autonomo. Come? Con un joystick che Dolfin muove con il gomito, mentre le mani operano.

“Non chiamatemi eroe: alla passione non si rinuncia”

Parlando del suo ritorno in sala operatoria

Sport E Disabilità

Il medico torinese non si è lasciato piegare dalla disperazione. Anzi ha raddoppiato l’impegno con cui vive tutta la sua vita. E oggi non solo opera i suoi pazienti grazie a una sedia a ruote verticalizzabile, ma è diventato anche nuotatore paralimpico.

Dalle sessioni di nuoto in piscina alla convocazione in Nazionale paralimpica il passo è stato breve. Sì, ma sostenuto da molte ore di allenamento e sforzo per imparare a controllre e vivere il suo corpo in modo nuovo. Sforzi che hanno dato i loro frutti: negli ultimi anni, il medico piemontese ha raccolto molti record:

  • oro nei 100 metri a dorso e nei 50 a farfalla ai nazionali estivi di Napoli del 2014;
  • oro nei 100 metri rana e nei 200 misti agli invernali di Bari del 2015
  • quarto posto conquistatoalle Paralimpiadi di Rio

Sono uno con la testa dura. Quella, dopo l’incidente, è rimasta la stessa.

Marco Dolfin

Giada Franzoni

Guarisce dalla leucemia anche grazie alla musica

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