Mondo Abilità

Il Blog di Altravoce Onlus

Le Disabilità Invisibili e la Sfida Dell’Inclusione

La prima cosa da chiedersi per comprendere al meglio questo argomento è:

cosa sono le disabilità invisibili?

Le “disabilità invisibili”, sono condizioni che non sono immediatamente evidenti agli altri, come malattie fisiche o disturbi mentali.

Molte persone che ne soffrono cercano in ogni modo di nascondere questi problemi e di vivere “normalmente” ma questo purtroppo nella maggior parte dei casi non fa che peggiorare la situazione.

Disabilità invisibili: quali sono

Una disabilità “invisibile”, “non visibile”, “nascosta” o “non apparente” è qualsiasi menomazione fisica, mentale o emotiva che passa in gran parte inosservata.

Una disabilità invisibile può includere, ma non è limitata a:

La disabilità e la malattia cronica possono essere instabili o periodiche per tutta la vita.

Le stime in Italia affermano che il 93% delle persone che ha una disabilità non la dimostra, si tratta quindi, di disabilità invisibili.

Disabilità invisibile sul Luogo di Lavoro: Sondaggio BCG svela cifre sorprendenti

Un’indagine condotta dal Boston Consulting Group (BCG) ha rivelato una significativa discrepanza tra la percentuale di persone con disabilità o condizioni di salute cronica sul posto di lavoro e il numero riportato dalle aziende.

Nel mondo, circa il 25% delle persone presenta una disabilità o una condizione di salute cronica, mentre le aziende dichiarano avere solo dal 4% al 7% di dipendenti con disabilità. Questo divario solleva importanti questioni sull’identificazione e l’inclusione dei lavoratori con disabilità nelle organizzazioni.

In Italia, le sfide legate al lavoro e alla disabilità rimangono una questione critica. I dati sull’occupazione dei lavoratori disabili mostrano che ci sono ancora molte problematiche da affrontare. Tuttavia, il problema non è limitato al nostro Paese;

Una ricerca recente ha rivelato che una volta entrati in azienda, i lavoratori con disabilità sperimentano livelli di soddisfazione personale inferiori rispetto ai loro colleghi senza disabilità.

Ancora più preoccupante, emerge che il timore di discriminazioni porta spesso i lavoratori con disabilità a mantenere segreta la loro condizione, soprattutto nel caso di disabilità invisibili.

Questi risultati mettono in evidenza l’importanza di affrontare apertamente la questione della disabilità sul luogo di lavoro e di promuovere un ambiente inclusivo che dia voce a tutti i dipendenti, indipendentemente dalla loro condizione.

Disabilità Invisibili: Rompere il Pregiudizio in Tre Punti Chiave

Le disabilità invisibili rappresentano una sfida spesso sconosciuta, influenzata da atteggiamenti abilisti che possono portare alla discriminazione delle persone con queste condizioni. Per affrontare questo problema, è essenziale tenere a mente tre aspetti chiave:

  1. Non sono casi isolati: Le disabilità invisibili possono manifestarsi in vari modi, da problematiche temporanee a malattie iniziali che diventano più evidenti col tempo.
  2. Non è una finzione: Le persone con disabilità invisibili non stanno fingendo o esagerando. Dubitare di loro aumenta lo stigma e rende loro la vita più difficile.
  3. Senza giustificazioni: Le persone con disabilità, anche quelle invisibili, non devono giustificarsi quando utilizzano servizi o corsie preferenziali. È un loro diritto, e metterlo in discussione aumenta il pregiudizio.

Un dettaglio interessante è l’uso del cordino verde scuro con girasoli gialli in molti paesi, tra cui l’Italia. Chi lo indossa segnala la propria condizione di disabilità invisibile, facilitando l’accesso a assistenza e precedenze.

Altravoce va Oltre la Classificazione delle Disabilità

Ad Altravoce evitiamo di fare giudizi basati su schemi preconfezionati.
È essenziale considerare l’unicità di ogni persona anziché concentrarsi sulle classificazioni.

La classificazione delle disabilità, spesso di natura scientifico-sanitaria, ha la sua utilità nello studio e nella comprensione di specifici aspetti, ma quando ci concentriamo sulla vera vita di una persona, sulle sue abilità, sulla musica e sull’approccio educativo, queste limitazioni perdono significato.

È importante riconoscere, ad esempio, che una persona può soffrire di epilessia. Tuttavia, è sbagliato limitare le opportunità di un ragazzo autistico o particolarmente sensibile ai suoni forti, impedendogli di suonare i timpani – privandolo così di questa preziosa opportunità.

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