Paraplegico torna a camminare, il primo caso in Italia dalla Valle Camonica
Negli ultimi mesi una notizia ha emozionato il mondo della medicina e della disabilità: al San Raffaele di Milano, un uomo paraplegico è tornato a camminare grazie a una tecnica di neurostimolazione mai applicata prima in Italia.
Un risultato che apre nuove prospettive per la ricerca e per migliaia di persone che convivono con una lesione spinale.
Il protagonista: Andrea, dalla Valle Camonica al San Raffaele
Il protagonista di questa storia è Andrea Scotti, ha 34 anni ed è originario di Ceto, nel cuore della nostra Valle Camonica.
Quattro anni fa, dopo un grave incidente, Andrea ha riportato una lesione midollare completa, impedendogli di camminare.
Oggi, dopo un lungo percorso di riabilitazione e un intervento pionieristico, Andrea è tornato a muovere le gambe. Un traguardo che porta con sé un significato scientifico, ma anche umano: un messaggio di speranza per molte persone che vivono la stessa condizione.
L’intervento al San Raffaele: tecnologia e riabilitazione
Il risultato è stato ottenuto all’Ospedale San Raffaele di Milano, dove è stato impiantato un neurostimolatore midollare dotato di 32 elettrodi, posizionati tra le vertebre T11 e L1.
Questo dispositivo invia impulsi elettrici mirati che riattivano i circuiti nervosi ancora funzionanti nel midollo spinale, permettendo al corpo di rispondere agli stimoli del cervello.
Grazie alla stimolazione epidurale e a un intenso percorso riabilitativo, Andrea è riuscito a camminare con l’aiuto di un deambulatore e di tutori.
A distanza di pochi mesi dall’intervento, ha percorso oltre un chilometro a piedi, un risultato straordinario per chi, fino a poco tempo fa, non poteva più muovere gli arti inferiori.
Oltre al recupero motorio, i medici hanno registrato miglioramenti nel dolore neuropatico, nella postura e nella qualità generale della vita.
Una squadra multidisciplinare per un traguardo unico
Dietro questo successo c’è il lavoro di una fitta rete di specialisti: neurochirurghi, neurologi, fisiatri, bioingegneri e terapisti della riabilitazione.
Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione tra l’ Ospedale San Raffaele, l’Università Vita-Salute San Raffaele e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa
Il loro obiettivo? Riattivare il midollo spinale lesionato sfruttando la tecnologia e la plasticità del sistema nervoso.
Il neurostimolatore, infatti, aiuta il cervello a comunicare di nuovo con i muscoli, stimolando le connessioni residue.
Le lesioni midollari in Italia: una realtà che tocca migliaia di persone
Il caso di Andrea si inserisce in un contesto molto più ampio.
Ogni anno, in Italia, si registrano tra i 18 e i 22 nuovi casi di lesione spinale ogni milione di abitanti, spesso dovuti a incidenti stradali o traumi sportivi.
Secondo i dati del Ministero della Salute e dell’ISTAT, le persone che vivono con una disabilità motoria grave sono centinaia di migliaia.
Per molti, la riabilitazione rappresenta una sfida lunga e complessa, e la tecnologia può offrire un aiuto concreto solo se accompagnata da un adeguato supporto sociale e sanitario.
Le prospettive future della ricerca
Per ora, la tecnica del San Raffaele è destinata a un numero ristretto di pazienti: persone con paraplegia completa, età compresa tra 18 e 55 anni, e condizioni di salute idonee.
Ma i ricercatori stanno già lavorando per estendere la procedura anche ad altri casi, come la tetraplegia, e per perfezionare la stimolazione in modo sempre più personalizzato.
Il prossimo passo sarà validare il protocollo su scala nazionale e renderlo disponibile in altri centri specializzati.
Un segnale di speranza dalla Valle Camonica all’Italia intera
La medicina rigenerativa e la neuromodulazione continuano ad avanzare e, con la forza della ricerca e la determinazione personale, anche ciò che sembra impossibile può diventare realtà.
Quello di Andrea è un traguardo medico che parte dalla Valle Camonica e si estende a tutto il Paese.
La scienza italiana continua a muoversi verso un futuro più inclusivo, umano e pieno di speranza.
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