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Il Blog di Altravoce Onlus

Persona, Personalità, Disabilità e Realizzazione

Quando si descrive una persona, si usano spesso termini come “personalità”, “carattere”, “caratteristiche” accompagnati da numerosi aggettivi qualificatori. Ancora troppo spesso, però, se la persona cui ci riferiamo ha una disabilità, la nostra capacità di giudizio e di analisi è limitata. Si vede la disabilità come caratteristica principale, come unico fattore determinante del soggetto. La persona con disabilità è vista come “disabile”, come “incapace di..”, a netto sfavore della sua identità in quanto essere umano unico, con pregi e difetti propri di qualsiasi individuo. Disabilità, diversamente abile, handicappato, quante espressioni abbiamo cercato per descrivere la condizione permanente di una vita che ci appare diversa e lontana?

Persona e Personalità

La personalità è un’organizzazione multifattoriale propria di ogni essere umano capace di guidare il modo di percepire ed agire nel mondo e di rendere unici. Niente, quindi, di esclusivo a coloro che sono considerati normodotati.

Il termine ‘personalità’ è legato a quello di ‘persona’. Esso designava la maschera con cui, nell’antico teatro greco, si rappresentava un determinato personaggio. Gradualmente, però, il termine andò mutando significato fino a comprendere il personaggio in sé e l’attore dietro la maschera: per indicare l’uomo in quanto unità fondamentale di pensiero, sentimento ed azione. Questo cambiamento di significato del termine ‘persona’ sembra riflettersi anche in quello di ‘personalità’: la personalità appare come un risultato irripetibile poiché, anche se ogni mondo interiore fosse potenzialmente dotato degli stessi elementi, tuttavia unico ed irripetibile è l’ordine con cui essi si evolvono ed organizzano.

L’essere umano, indipendentemente dalla propria condizione, non ha quindi valore di persona sulla base di un nostro pietoso riconoscimento: è valore per natura. Questo concetto necessita di essere assimilato dalla collettività, in quanto sulla base di questo gli orientamenti metodologici e teorici della relazione d’aiuto possono davvero migliorare.

“Non c’è persona con disabilità, famiglia che non dica che forse, ancor di più della difficoltà di vivere la propria condizione, sono lo sguardo e le ordinarie aspettative degli altri ad aver ostacolato e impedito maggiormente la sua esistenza”

Guardare la disabilità e vedere sé stessi –

Processi Di Sviluppo

Durante tutta la vita, le persone tendono a realizzare un’integrazione delle e nelle proprie funzioni. Questo processo è articolato in varie fasi, in una sorta di ricerca continua di equilibrio e adattamento alla realtà:

  • assimilazione di nuove informazioni
  • adeguamento delle strutture del soggetto

Ci si sviluppa quindi su due piani:

  • il termine “temperamento” si riferisce agli aspetti della personalità maggiormente condizionati dalla componente innata, ereditaria.
  • il termine carattere si riferisce alla personalità del soggetto così come essa si è venuta formando grazie all’interazione fra le componenti iniziali e le influenze ambientali.

Detto in altro modo, il temperamento è “il punto di partenza” nello sviluppo della personalità, mentre il carattere è il risultato (che con il tempo può cambiare sulla base di nuove esperienze) a cui l’individuo approda nella vita. Questa prospettiva psicodinamica si può descrivere come una continua oscillazione tra

  • ricerca di specializzazione e differenziazione delle varie funzioni
  • coordinamento a livello centrale

La personalità diventa quindi un manifestarsi unitario di una pluralità di funzioni: percettive, affettive, corporee-biologiche, ludiche, spirituali, etiche.

Individualità Oltre La Disabilità

Un altro carattere distintivo della persona è la sua individualità. Essere sé indiviso ma differente dagli altri, espressione dell’originalità. Il patrimonio genetico che determina i tratti somatici e psichici, l’ambiente di sviluppo e le esperienze sono fattori individualizzanti che si combinano in una mescolanza particolare per ciascuno.

Affinché una persona si sviluppi è necessario un ambiente ricco di stimoli, una realtà adatta a soddisfare le richieste e i bisogni dell’individuo.. Questo permette al singolo di veder riconosciuta l’importanza e la dignità che gli esseri umani attribuiscono all’esistenza. Il riconoscimento non deve essere vuoto e freddo, puramente giuridico o nozionale ma deve essere integrato da quello materiale e affettivo.

Disabilità e Integrazione

Nella persona con disabilità il problema della differenziazione e dell’integrazione necessarie alla costruzione dell’individualità diventa più forte. Generalmente la condizione di disabilità è segnata da particolari limitazioni rispetto alla generalità degli individui. Il che comporta che questo tipo di “diversità” necessiti di una più articolata differenziazione dell’offerta di stimoli, modelli, rapporti.

Una persona con disabilità, al fine di realizzarsi come personalità, richiede in modo più accentuato garanzie di rapporto. Integrazione e differenziazione appaiono più difficili. In questo gioca un ruolo fondamentale l’elemento della rassicurazione. Questo elemento è assicurato dall’elemento affettivo delle relazioni di contenimento e di cura. La componente protettiva della relazione con i propri simili è palesemente in primo piano.

Come fare?

Rispettando la loro diversità. Cercando di vedere il mondo anche dal loro punto di vista. Descrivendo la persona in difficoltà innanzitutto come persona.

Per tutte le disabilità è dannoso ignorare il loro benessere per pretendere obiettivi che sono nostri e non loro. La comprensione è la mano che si allunga per sostenere, è la condizione che ci permette di stare tutti sullo stesso piano di una realtà condivisa. Se partiamo da questo presupposto (non pretendere, ma solo capire e rispettare) può succedere che paradossalmente avvenga che in realtà la differenza si riduca ed aumenti il terreno comune.

Diverso E’ Giusto

Non siamo tutti uguali. E in questa diversità, nel bene e nel male, c’è sempre qualcosa che ci manca. Un tassello che avvicina le persone, un’abilità che non pensavamo esistesse, una forza d’animo ispiratrice, per essere più coraggiosi, più forti, più amorevoli, più umani.

Comprendere ci aiuta ad agire per aiutare, contro ogni forma di discriminazione.

Si tratta dunque di mettere le persone nella condizione di dire loro di sé stessi chi sono, come si sentono, che cosa desiderano, anche quando non riescono a farlo con le proprie parole. Perché la difficoltà maggiore in casi di disabilità, non è rappresentata da un limite o da una mancanza, ma da risposte sociali inadeguate a bisogni, desideri e intenzioni particolari.

Giada Franzoni

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