Fumetti e disabilità: Perfect World, Non è te che aspettavo e la SMAgliante Ada

I fumetti sono da sempre una parte importantissima per l’infanzia di ogni bambino. Personalmente mi sono letteralmente divorato tonnellate di numeri di Topolino, che sin da piccolissimo mi hanno fatto appassionare pian piano alla lettura, ma nulla che parlasse di fumetti e disabilità.

Ma non esiste solo l’emblema della Disney, ci sono i celeberrimi supereroi, che hanno fatto sognare tanti di noi. Chi non ha mai voluto essere Superman, Iron Man o Batman? E se anche un bambino disabile potesse immedesimarsi in un supereroe? Ecco alcuni esempi di fumetti e disabilità.

Perfect World: il fumetto sulla disabilità

La disabilità è ancora un tabù per troppe persone. E’ difficile che in prima serata in televisione, ad esempio, si parli in maniera leggera di questo tema. Spesso, quando esce l’argomento, si finisce in un brodo insopportabile di retorica e finto buonismo, che finisce per svilire ulteriormente chi idealmente si vorrebbe aiutare.

Negli anni, la mentalità della società si è comunque evoluta, senza dubbio. Tenendo conto di questo, sarebbe giusto aumentare la rappresentazione di persone con disabilità nei principali mezzi di comunicazione – e appunto nei fumetti.

Un esempio di fumetti e disabilità è dato dal manga shojo (romantico) “Perfect World”, creato dal mangaka Rie Aruga. La trama è straordinaria nella sua semplicità. La brillante interior designer Tsugumi incontra in un bar Itsuki, una sua vecchia fiamma, che a seguito di un incidente è bloccato in carrozzina.

Nel manga si tratta questo tema con delicatezza, ma anche con critica, rappresentando il modo in cui la società (giapponese in questo caso) si rapporta alla disabilità.

Non è te che aspettavo: il fumetto sulla sindrome di Down

Fabien Toulmé invece è l’autore del fumetto autobiografico “Non è te che aspettavo”, che ha una cruda rappresentazione dell’effetto della sindrome di Down nella vita quotidiana.

Infatti, la trama si basa sulla nascita della figlia di Fabien, appunto nata con la sindrome di Down – e fin dal titolo si può capire l’iniziale reazione dei genitori.

Non prendiamoci in giro, è difficile affrontare una diagnosi del genere. Tra pregiudizi e oggettive limitazioni, è dura affrontare questo cammino, quando capita a qualcuno che è così vicino a te. In una striscia dell’albo, c’è una frase che spiega l’evoluzione dei sentimenti dell’autore:

“Non è te che aspettavo.. ma sono contento che tu sia arrivata.”

La SMAgliante Ada: il libro a fumetti sull’Atrofia Muscolare Spinale

Una delle cose più difficili è spiegare la disabilità ad un bambino che magari non ne è mai stato a contatto. Già in questo articolo ne avevo parlato, è fondamentale che si svolti la mentalità anche su questo.

“La SMAgliante Ada” è un progetto italiano, che consiste in un libro a fumetti, con protagonista la cagnolina Ada, affetta da SMA (Atrofia Muscolare Spinale, di cui avevo già parlato in questo articolo). Il target di questa opera è la scuola elementare, per far sì che i bambini possano capire che cosa significhi soffrire di una condizione così invalidante.

Il linguaggio diretto dei fumetti aiuta i bambini – ma non solo – a capire meglio le sensazioni date dalla SMA. Tra l’altro, negli albi de “La SMAgliante Ada” non ci sono soltanto le avventure della cagnolina, ma in calce ci sono dei giochi educativi che insegnano la base della genetica neuromuscolare. Incredibile, data la giovanissima età del target a cui è riferita.

Volendo, tutto è possibile.

Anche affrontare degli argomenti così duri con leggerezza e innocenza, mettendo nella testa dei giovani fruitori il seme dell’inclusione.

Inconsapevolmente, magari: come la maggior parte delle nozioni imparate da bambini. Nozioni che però ci accompagnano per tutta la vita.