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Loop

“Loop”: come ci si comporta con l’Autismo?

Capita alle volte di sentirsi fuori posto, di non sapere cosa fare in una determinata situazione. Ci sono persone che purtroppo provano quasi costantemente questa sensazione, non riuscendo a far comprendere a chi sta intorno a loro le proprie emozioni o preferenze. La celeberrima casa d’animazione statunitense Pixar ha dato la sua interpretazione della questione, rilasciando nel 2020 il corto “Loop”. Dai colori sgargianti e dalla grafica sublime, l’opera mostra grande semplicità espressiva, nonostante la profondità delle tematiche trattate.

La Pixar ha dimostrato già in passato di saper trattare con delicatezza il tema dell’Autismo: molto toccante il cortometraggio del 2019 Float.

La vicenda narrata si svolge in un campo estivo e i protagonisti sono essenzialmente tre – Markus, l’allenatore di canottaggio e Renee – una ragazza nello spettro dell’autismo non verbale.

Da qui in poi procederò con un’analisi più approfondita del corto, ricorrendo quindi a numerosi spoiler. Consiglio a tutti di mettere in pausa la lettura di questo articolo e di prendersi sette minuti per ammirare (sulla piattaforma Disney+) il sublime lavoro diretto da Erica Milsom, per poi tornare a visionare l’analisi dello stesso.

I personaggi di “Loop”

  • Renee è la protagonista di questo viaggio: una ragazza nello spettro dell’autismo non verbale, che utilizza un’applicazione di loop sonori come “coperta di Linus”, per rifugiarsi in un luogo sicuro ogni qualvolta si trova sopraffatta dalle emozioni;
  • Markus è un tipico adolescente medio: ritardatario, estremamente loquace e appassionato di sport. Interessante come egli reagisca alla compagnia di Renee, imparando man mano a capire i suoi bisogni e i suoi spazi;
  • L’allenatore di canottaggio è un uomo di cui non si sa molto. L’unica azione che svolge nel cortometraggio è affiancare i due protagonisti. L’importanza di questo personaggio però non è da sottovalutare: da ciò che si intuisce, normalmente è proprio lui che accompagna Renee nelle escursioni sul lago, ma non quel giorno. Mascherandolo da “punizione” per il ritardo, egli testa le qualità umane che già aveva intuito in Markus, donando ad entrambi un’esperienza intensa ed importante.

La storia

La storia è molto profonda, pur nella sua semplicità.

La ricerca di una comunicazione

Markus e Renee sono due coetanei che frequentano un campo estivo, in cui sono proposte varie attività all’aperto, tra cui il canottaggio. Nella vicenda narrata, Markus arriva in ritardo all’appuntamento mattutino, venendo così messo assegnato alla canoa nella quale Renee sta aspettando pazientemente di partire.

Dopo l’iniziale riluttanza (“quella che non parla?”), Markus sale sull’imbarcazione, attirando l’attenzione della compagna. Dapprima prova a parlarle, ma capisce che l’espressione verbale con lei non è funzionale.

Renee gli comunica di dover andare in bagno, indicando il telefono e un bagno chimico poco lontano. Markus si dirige quindi verso il luogo concordato, passando per una sezione del laghetto con l’erba alta che cattura sin da subito l’attenzione della ragazza.

loop

Da quel momento in poi, nessun bisogno fisiologico deve avere la precedenza alla sensazione dell’erba sulla sua mano: comunica a Markus di voler passare avanti e indietro continuamente. Nel mentre, Renee sta giocando con un’applicazione di loop musicali, vero e proprio rifugio sicuro per lei.

Il giovane inizia a capirlo e prova a trovare una via di comunicazione con Renee: rema fino ad una piccola grotta, in cui l’eco rende il suo loop incredibilmente interessante. Finalmente hanno trovato un modo per condividere una passione.

La crisi e la risoluzione

Purtroppo tutto questo dura poco: un motoscafo passa lì vicino, spaventando Renee con un rumore amplificato dall’eco. Lo shock per la ragazza è troppo, tanto che inizia a remare con forza verso l’esterno, dirigendosi pericolosamente verso l’altra imbarcazione. Markus prova così a correggere la traiettoria – e i due finiscono “naufragati” sulla vicina spiaggia.

Markus reagisce con foga allo spavento, toccando il braccio a Renee in un modo che a lei non piace per nulla, tanto che si nasconde al di sotto della canoa, lanciando il telefono nel lago. Il ragazzo mostra grande pentimento e comprensione, restando vicino alla barca e mettendo un filo d’erba davanti alla giovane, specificando “aspetterò finchè non vorrai andartene”.

Il time lapse successivo mostra le fasi di adattamento che Renee passa prima di sedersi accanto al nuovo amico. Quando questo accade, con una naturalezza e dolcezza non comuni, Markus le propone di andare a casa – e lei accetta con entusiasmo.

Nella scena dopo i titoli di coda si vede il telefono di Renee in fase di asciugatura, con una notifica:

Marcus: “Hey, domani facciamo un giro in canoa?”

L’analisi di “Loop”

Non tutti comunicano allo stesso modo. Solo, bisogna empatizzare con chi si ha davanti, cercando un modo per “connettersi alle sue stesse frequenze”.

In questa maniera Markus comprende il valore dell’apparecchio dei loop, che non è semplicemente monetario e non si limita ad una funzione di intrattenimento. Quell’applicazione è per Renee un porto sicuro, in cui può rilassarsi e sentirsi a casa, pur sentendosi estranea in un mondo che viaggia ad una velocità diversa dalla sua.

I primi tentativi di comunicazione di Markus non vanno però sottovalutati. Certo, per Renee non si sono rivelati efficaci, ma il modo in cui è stata riportata la spontaneità del giovane fa riflettere: penso che molte persone possano rivedersi in lui.

Quando ci si trova davanti ad un Autismo così importante, è comprensibile sentirsi inadeguati all’inizio. Prendiamo però in prestito l’ultima frase pronunciata dall’allenatore:

“Inizia a salutare, è facile!”

Altravoce e Autismo

I percorsi organizzati da Altravoce, siano essi parte della sfera musicale o di quella lavorativa (“Vengo Io”), sono pensati per venire incontro ai bisogni delle persone con Autismo.

Grazie al Metodo Esagramma, ora integrato con la metodologia ABA, i nostri operatori hanno i migliori strumenti per agire nell’interesse del ragazzo e della famiglia.

Ricollegandoci a “Loop”, come reagire durante una crisi come quella di Renee?

Non esiste una risposta certa a questo quesito. Di certo nel cortometraggio l’idea di Markus ha funzionato: non sempre però è possibile attendere. A volte bisogna agire in fretta, per tutelare la sicurezza della persona che sta affrontando una determinata difficoltà.

Con la metodologia ABA è possibile pianificare una serie di strategie utili ad estinguere qualsiasi comportamento, me è altresì una buona idea seguire istinto ed empatia per limitare una crisi, per poi segnarsi per filo e per segno cosa è successo, in modo da poter inserire la soluzione nel “diario di bordo” di quel mare apparentemente insormontabile che è l’Autismo.

Musica Disabili Altravoce
Cristian Petenzi Altravoce

Cristian Petenzi

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