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Musica e Disabilità

Musica e Disabilità. Dinamiche dei gruppi del Triennio

Musica e Disabilità. La Metologia Esagramma – unica in Europa – ormai molto conosciuta, permette di mettere a disposizione percorsi educativo-riabilitativi mediante sessioni di Musica Inclusiva Orchestrale (M.I.O.).

I nostri percorsi M.I.O. hanno l’obiettivo di accogliere e valorizzare le caratteristiche e le potenzialità di tutte le persone con condizioni di fragilità e disabilità mentale grave (autismo, disabilità intellettiva, sindromi genetiche).

Una persona con disabilità, possiede come tutti, unicità, asimmetrie nella propria personalità, colori, abilità e caratteristiche peculiari.

L’equipe di Altravoce valorizza il potenziale di una persona con disabilità

Compito dell’equipe multidisciplinare di Altravoce è proprio quello di valorizzare il potenziale di ciascuno. Per comprenderlo a fondo è necessario osservare e riportare sistematicamente fatti, impressioni, azioni avvenute all’interno delle sessioni terapeutiche – educative. Solo così è possibile agire creando le migliori condizioni di sviluppo della persona.

Per conoscere ancora di più le dinamiche nei gruppi del Triennio di Musica Inclusiva Orchestrale, oggi approfondiremo le dinamiche di interazione tra i membri, ovvero musicista-conduttore, operatori-affiancatori e ragazzi con disabilità media/grave.

Le interazioni del piccolo gruppo di lavoro

Innanzitutto ciò che caratterizza un piccolo gruppo di lavoro (lo si chiama “piccolo” perché il numero di integranti massimo è 7) è il sistema di interazioni con obiettivi educazionali e non ludici. In nessun caso l’ora settimanale di terapia orchestrale diverrà un momento attinente al gioco.

La direzione che le interazioni sono destinate a prendere emergeranno sin dalle prime sedute del percorso riabilitativo. La quale consiste in uno scambio continuo che avviene tra un membro del gruppo e il gruppo come tale, oppure fra i membri del gruppo.

Musica e Disabilità

L’interazione presuppone dunque una comunicazione e una correlazione che si attiva a diversi livelli (via via più raffinata), nella mente della persona disabile.

L’interazione come fenomeno Vitale

Musica e Disabilità - Altravoce

Quindi, più le interazioni sono frequenti e più il gruppo è vitale. In che senso?

Vediamolo ora.

Grazie a un’osservazione attenta e analitica delle interazioni, gli operatori potranno valutare l’interiorità dei ragazzi partecipanti. Ovvero i ruoli interpretati da ognuno e il livello di partecipazione attiva durante la lezione.

Attraverso questa osservazione è possibile cogliere fenomeni ancora più profondi come:

  • la disposizione alla proposta di lavoro
  • le preferenze e le attitudini
  • le motivazioni e le resistenze

Quali sono i fattori relazionati al sistema di interazioni

Relazionati con il sistema di interazioni e per lo sviluppo dei rapporti interni, nel gruppo, risultano importanti due fattori:

  • il bisogno di approvazione
  • il bisogno di certezza

Il primo – bisogno di approvazione – si esprime nell’esigenza di sentirsi riconosciuti e accettati all’interno del gruppo di lavoro. Mentre il bisogno di certezze mira all’individuazione di un parere comune o di un orientamento che consenta di superare le incertezze e i dubbi dei bambini, ragazzi e adulti fragili.

Per venire incontro a questi due bisogni. Ogni gruppo si organizza secondo criteri definiti. E si elaborano delle norme precise.

Dialogo polifonico con la Musica come mezzo

Il modello dell’intervento polifonico all’interno dell’esecuzione orchestrale permette di rendere evidente e persuasiva la misura richiesta. Questo avviene per la maturazione dell’interazione individuali e collettive, soddisfacenti e produttive, sessione dopo sessione.

Ma, di cosa parliamo quando ci riferiamo a un’intervento o dialogo polifonico? E’ l’unione simultanea di più voci (umane e/o strumentali) – su diverse altezze sonore, che procedono in direzioni parallele o opposte per suonare saggi, concerti e sinfonie.

Esempi di comportamenti problema che si verificano

Durante le sessioni ci troveremmo davanti a situazioni dove il sistema di interazione non sarà il più calmo, ad esempio:

  • l’esaltazione di ossessività compulsive provocata dall’uso delle percussioni
  • la reazione iniziale di panico nei confronti di determinati timbri (quello della tromba, ad esempio)
  • l’insorgenza di fasi particolarmente aggressive o distruttive, aggravate dall’eccitazione dell’ambiente sonoro

Per restringerle al minimo è fondamentale considerare la durata delle lezioni dei piccoli gruppi-orchestra e un’accurata progettazione, da soprattutto da parte della figura del conduttore, con programmi idonei e obiettivi precisi entro limiti di tempo prestabiliti.

Il Triennio di Musica Inclusiva: una parte importante del Progetto di Vita

E’ caratteristico delle pratiche musicoteraputiche non orchestrali e in quelle di riabilitazione, l’assenza di progetti temporalmente e finalisticamente definiti. Eppure l’evidenza di quarant’anni di pratica del metodo Esagramma dimostrano quanto la progettazione lungo l’arco della vita della persona disabile, possa avere un impatto sociale ampio.

Da notare che ad Altravoce il percorso di formazione e riabilitazione del triennio di Musica Inclusiva Orchestrale è rigorosamente progettato e ben organizzato. Con obiettivi prefissati da raggiungere ogni anno che resteranno nella vita di chi è fragile.

Altravoce-Musica-Disabili-Socio-Sostenitore
katherin sanchez

Katherin Sanchez

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