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Sindrome di Asperger: la storia di Davide

Cos’è la Sindrome di Asperger?

La sindrome di Asperger è un disturbo del neurosviluppo che influisce sulle capacità comunicative e di socializzazione delle persone. A differenza dell’autismo più comune, la sindrome di Asperger non è associata a disabilità intellettive o linguistiche.

Le persone con sindrome di Asperger possono sembrare disinteressate alle relazioni sociali e spesso mostrano un’eccessiva preoccupazione per specifici argomenti, come ad esempio l’orario. Solitamente, presentano comportamenti ripetitivi e talvolta possono avere difficoltà nella coordinazione motoria.

La sindrome di Asperger rientra all’interno dello spettro autistico e i primi segni usuali si manifestano durante l’infanzia, intorno ai 2-3 anni di età.

La diagnosi di sindrome di Asperger viene solitamente formulata quando il bambino inizia la scuola, poiché è a questo punto che diventa evidente la presenza di sintomi come difficoltà nella socializzazione e nella comunicazione. La diagnosi non è semplice né immediata, ma richiede una valutazione specialistica e un’attenta osservazione dei comportamenti.

Attualmente non esistono cure specifiche per la sindrome di Asperger, come per l’autismo in generale. Tuttavia, ci sono trattamenti sintomatici disponibili che possono aiutare a gestire i sintomi e migliorare la qualità di vita delle persone affette dalla sindrome.

L’Asperger esiste ancora?

La diagnosi della sindrome di Asperger ha subito dei cambiamenti significativi negli ultimi anni. Nel 2013, il gruppo di lavoro del DSM-5 dedicato ai disturbi del neurosviluppo ha concluso che non vi erano dimostrati sufficienti per supportare una identificazione significativa tra autismo e sindrome di Asperger. Di conseguenza, la sindrome di Asperger è stata eliminata dal DSM-5 e al suo posto sono stati introdotti i disturbi dello spettro autistico.

Secondo il DSM-5, i disturbi dello spettro autistico includono i criteri diagnostici dell’autismo e delle condizioni correlate. La diagnosi specifica può essere “autismo con (o senza) disabilità intellettiva” e può anche tener conto della presenza o assenza di compromissione funzionale del linguaggio con vari gradi. Il DSM-5 introduce anche i livelli di supporto, che indicano il livello di supporto necessario per una persona nello spettro, che va dal livello 1 (necessità di supporto lieve) al livello 3 (necessità di supporto elevato).

Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha eliminato la sindrome di Asperger dalla sua Classificazione Internazionale delle Malattie e Problemi Correlati (ICD-11) nel 2022. Al suo posto ha inserito i disturbi dello spettro autistico.

Asperger come identità

È importante notare che molte persone che hanno ricevuto una diagnosi di Asperger preferiscono ancora utilizzare questa definizione. Per loro la sindrome rappresenta un’importante identità. Tuttavia, la comprensione attuale degli esperti è che la sindrome di Asperger era semplicemente una configurazione specifica delle caratteristiche delle persone nello spettro autistico. La nozione di spettro autistico mira a includere la diversità individuale all’interno del quadro dell’autismo e a fornire supporto e servizi adeguati a tutte le persone che non fanno parte.

È emerso che l’inclusione della sindrome di Asperger nello spettro autistico può essere più utile per garantire il supporto necessario e facilitare l’accesso ai servizi per tutte le persone coinvolte. Tuttavia, ci sono state alcune obiezioni all’eliminazione della sindrome di Asperger come entità diagnostica. Alcuni hanno sperato in futuri sviluppi e revisioni che potrebbero riportare l’attenzione su questa specifica configurazione all’interno dello spettro autistico.

In conclusione, la diagnosi di Asperger non è più riconosciuta separatamente, ma le caratteristiche che erano associate alla sindrome sono considerate parte dei disturbi dello spettro autistico, con l’obiettivo di promuovere una visione inclusiva e rispettosa delle persone autistiche.

Davide: il tutor Asperger

Davide, un giovane di 23 anni, è diventato un tutor nonostante la sua sindrome di Asperger. Dopo essersi diplomato al Galilei Luxemburg nel 2020, ha proseguito con corsi di game design e film making, un percorso che è stato approvato all’unanimità dal consiglio di istituto. Questa esperienza unica mette in evidenza l’importanza di valorizzare ogni individuo ei suoi talenti.

Osservandolo ora, si nota come Davide si senta a suo agio anche quando suona la campanella, nonostante i rumori forti siano spesso “dolorosi” per le persone autistiche. È gentile e professionale, e quando racconta dei suoi primi giorni qui, dopo un’esperienza deludente in un altro liceo, suscita sorpresa. Lui interviene subito dicendo che alle elementari era ancora peggio. Inizialmente, alcuni colleghi e compagni di scuola erano timorosi nei suoi confronti. Nel tempo però Davide ha dimostrato la sua intelligenza raffinata e critica, mostrando i suoi numerosi interessi. Questo progetto di orientamento rappresenta per lui un’opportunità: con il suo diploma, potrà iscriversi alle graduatorie per diventare insegnante tecnico pratico di laboratorio.

Carla Verrone, ex insegnante di Davide e coordinatrice degli alunni con bisogni educativi speciali (Bes), spiega: “Questo progetto mira a far emergere la persona e i suoi talenti. Una scuola autentica ha il compito di mettere al centro la valorizzazione della persona.” Davide sta ancora riflettendo sulle sue possibilità future e sulle decisioni da prendere, dimostrando la sua attitudine a valutare attentamente le opzioni. Oggi, a volte si trova a interagire con ragazzi autistici come lui, portando la sua esperienza e il suo sostegno.

Altravoce e le Nuove Prospettive

La disabilità è una realtà concreta e non può essere semplicemente “guarita”. La vera sfida risiede nel conviverci. Questa difficoltà nasce dalla mancanza di comprensione nei confronti della disabilità stessa e, soprattutto, della persona che ne è coinvolta. Esistono linguaggi diversi, come il linguaggio non verbale, composto da gesti, movimenti del corpo, sguardi e vocalizzazioni. Come possiamo permettere a una persona con disabilità, anche grave, di esprimere se stessa in un linguaggio comprensibile che, allo stesso tempo, le permette di lavorare su di sé? La risposta è la MusicoTerapia Orchestrale.

Il triennio di base del percorso “MusicoTerapia Orchestrale” (MTO) è la prima proposta educativo-riabilitativa offerta da AltraVoce. La struttura di questo percorso si basa sulle fondamenta del centro “Esagramma”. Grazie a questa organizzazione pratica, è possibile raggiungere un traguardo importante per le persone con disabilità. Il percorso comprende:

  • Il coinvolgimento attivo di allievi e terapeuti in piccoli gruppi orchestrali integrati.
  • L’assunzione di responsabilità psicopedagogiche degli allievi.
  • La creazione di profili personali.

Per aiutare nella comprensione delle azioni e delle emozioni di ciascun allievo, si utilizza un “diario”. Dopo ogni sessione, l’équipe annota le osservazioni che, alla fine, si traducono in un profilo personale. Analizzando uno di questi profili, oggi vedremo gli importanti traguardi che possono essere raggiunti sia a livello educativo, musicale che riabilitativo.

Sporcatevi le mani
Silvia Patroni Altravoce

Dott.ssa Silvia Patroni

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