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Attenzione

Attenzione e concentrazione: come coinvolgere tuo figlio

Da genitore hai un problema in comune con gli insegnanti che circondano tuo figlio: la scarsa attenzione e quindi la difficoltà a concentrarsi.

“Me sente parlare, ma non sempre mi ascolta.” Anche a te è capitato di avere questo pensiero?

A volte il mancato ascolto da parte di tuo figlio può davvero essere frustrante. Come nel caso in cui devi fare i compiti o una qualsiasi attività con lui e a causa della difficoltà di concentrazione, può essere difficile aiutarlo, fino a vere e proprie crisi di nervi. Il problema è come rendere interessante l’attività che vuoi fare con lui.

Se stai leggendo questo articolo è già molto positivo. Vuol dire che ci tieni a migliorare in ambito educativo, e questo è già un primo passo: il fatto che “ti stia muovendo per” ottenere quel risultato che desideri ti permette di ritrovarti sulla strada giusta.

Da queste parti, ad Altravoce, siamo ancora molto affezionati all’idea di un’educazione che “tiri fuori”, che faccia nascere in nostro figlio o nel nostro alunno, le potenzialità personali affinché possa esprimere il suo essere, al meglio.

Individua da cosa è attratto

Ci serve sapere prima a cosa ci riferiamo quando parliamo di attenzione e perché sia così importante nel momento dell’apprendimento. La definizione di attenzione secondo Rumiati e Nicoletti é il processo che opera una selezione tra tutte le informazioni (esterne o interne) che in un dato istante coinvolgono i nostri sensi permettendo solo ad alcune – tra queste informazioni – di essere elaborate. Funziona quindi come un filtro, poiché seleziona solo gli aspetti più rilevanti di una determinata realtà (o concetto ecc.), tralasciandone altri. Ed esiste una forte relazione tra apprendimento e attenzione, proprio perché quest’ultima è un requisito fondamentale per apprendere.

In parole semplici prestare attenzione vuol dire “tendere verso”. Significa essere attratti da qualcosa e quindi aprire occhi e orecchie per raccogliere informazioni. Subito dopo l’attenzione, si entra nella fase di concentrazione che permette in parallelo un ascolto migliore.

Catturare l'attenzione
Da saper ascoltare a percepirsi capace: la strada maestra per il bambino

Il tempo di attenzione può essere ridotto anche perché la noia subentra molto velocemente. Lo stato di noia, qui, deve essere letto non come noia positiva, il vuoto (anche “forzato”) del non fare niente che stimola la creatività, ma la noia negativa, quella che poi viene comunicata con comportamenti di disinteresse o problematici.

Cosa stai trasmettendo in quel momento?

E non possiamo nemmeno fare leva sul senso del dovere, poiché fino a una certa età (fortunatamente) non è ancora così sviluppato come negli adulti. I compiti e lo studio in questi casi sono dunque avvertiti come “una cosa che devo fare” ma di cui il bambino non percepisce effettivamente ciò che ci sta dietro.

Qui chiediti: cosa tu adulto stai trasmettendo effettivamente? Sei entusiasta e stai comunicando questo entusiasmo ai tuoi bambini? O anche tu percepisci quell’attività (fare lezione, far fare i compiti), come una cosa “che si deve fare”?

Questo è il primo importante aspetto che cambia da subito “come si gioca la partita”.

Tieni conto della durata dell’attenzione a seconda dell’età

Dobbiamo poi tenere conto che la durata di tempo nel prestare attenzione varia in base all’età, all’attività proposta e all’ambiente, ovvero a ciò che c’è intorno:

  • nei bambini di 5-6 anni la durata è di 15-20 minuti
  • in quelli di 7-8 anni è di 20-30 minuti
  • per i 9-10 anni è di 25-35 minuti
  • tra gli 11 e i 12 anni è di 30-40 minuti

I momenti di pausa programmati con la Tecnica del Pomodoro

Diversi studi hanno dimostrato che è importante concedere dei momenti di riposo e distensione per poi riprendere subito l’attività. Una cosa importante è programmare le pause, che all’inizio possono essere frequenti e durature per poi via via, nel corso dei mesi o dell’anno scolastico, diminuire in termini di tempo lasciando spazio al cosiddetto “flow”. Lo stato di concentrazione più completo che un essere umano può raggiungere. La buona notizia è che fin da piccolissimi (12-14 mesi) siamo capaci di raggiungere il flow.

Quindi, perché i bambini non dovrebbero essere in grado di farlo quando sono più grandi?

Per organizzare l’alternanza tra attività (ricordati: appassionata!) e pause, usa le Tecnica del Pomodoro. E’ un approccio di gestione del tempo che possiamo brevemente tradurre in “Tot minuti di attività e Tot minuti di pausa. Poi ripeti.”.

Ad esempio con un bambino di 7 anni si potrebbe organizzare un’attività intensiva (i compiti veri e propri) per 30 minuti, per poi fare cambiare attività (ma che riguardi sempre l’argomento) per 15 minuti e fare un’attività ancora più distensiva (sempre “a tema”) per altri 10. Gli ultimi 5 pausa vera propria.

La usi già?

Coinvolgere più che “catturare” la loro attenzione

Quindi, considerando che c’è molta differenza tra la durata attentiva e la durata delle attività da fare – dato che le lezioni durano più di 30-40 minuti oppure considerando che per fare i compiti serve molto più di quel lasso di tempo – possiamo organizzare il tutto con attività simili ma non uguali, che coinvolgano la loro attenzione. Questa strategia li aiuterà a sviluppare le capacità di ascolto e la concentrazione, come abbiamo visto prima.

E’ importante il tuo punto di vista. Se il tuo obiettivo è catturare l’attenzione, parti già dal presupposto che dovrai “dare la caccia” e quindi la tua mente penserà a un contesto di lavoro in conflitto, da guerriglia, con tuo figlio. Diverso è, invece, se consideri l’obiettivo “coinvolgimento”. Qui significa entrare in empatia e ti predisponi per un lavoro molto più collaborativo.

Ecco la seconda grande differenza.

Rendila divertente

<<Coloro che fanno distinzione tra intrattenimento ed educazione forse non sanno che l’educazione deve essere divertente e il divertimento deve essere educativo>>. (Marshall McLuhan, 1964)

Per far capire a tuo figlio che un certo tipo di attività deve essere svolta – ad esempio, dicevamo, il fare i compiti – fai in modo che sia divertente. A casa hai a disposizione tutto ciò che serve. Per esempio, la didattica digitale permette a tuo figlio di spaziare tra diversi approcci e trovare quello che per lui risulta più giusto. Si possono sfruttare per diversi di modo che sia “di approfondimento” i video su youtube, i quiz, le mappe concettuali e i giochi interattivi.

Attività fisica per sviluppare la concentrazione

Sappiamo già che i benefici dell’esercizio fisico sono tanti. Tra questi si trova la possibilità di sviluppare la concentrazione grazie al miglioramento della memoria, dell’attenzione e dell’acutezza mentale. Per ciò assicurati che i tuoi figli siano attivi, incoraggiandoli al gioco “di movimento”, allo sport regolare, soprattutto all’aperto. Poiché compenserebbe la noia negativa e renderebbe più facile la concentrazione.

Quando intervengono disturbi dell’attenzione e iperattività (ADHD)

Se tuo figlio ha il disturbo da deficit di attenzione e iperattività, capiamo che non sarà sempre facile. Ma per coinvolgere l’attenzione puoi usare il metodo del rinforzo a gettoni o Token Economy approfondito settimana scorsa. Metodo molto apprezzato da insegnanti, educatori e genitori per gli ottimi risultati ottenuti quando si vuole introdurre una routine quotidiana o modificare un comportamento problema.

In più gli scambi funzionano sempre. Potresti dire: “Quando riuscirai a leggere 5 minuti, dopo potrai fare 5 saltelli sul posto”.

Raggiungiamo lo stesso obiettivo insieme

Speriamo che i consigli che hai trovato qui ti siano d’aiuto con i tuoi figli. Come genitore, siamo sicuri che fai sempre del tuo meglio per sviluppare in loro capacità importanti per il loro futuro, come l’attenzione, l’ascolto e la concentrazione. Indispensabili. Noi, come specialisti al servizio di bambini e ragazzi con disabilità, abbiamo lo stesso obiettivo e lo raggiungiamo partendo dal Triennio di Musica Inclusiva.

Se hai bisogno, noi ci siamo.

    Katherin Sanchez

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