Mondo Abilità

Il Blog di Altravoce Onlus
Il lavoro della musica

Il lavoro della musica e la sua potenzialità: la persona disabile diventa sinfonica

Continuiamo con la serie di articoli: Diventare sinfonici. E vedremo il lavoro della musica in azione. Nell’ultimo articolo abbiamo approfondito il tema che la musica agisce con facilità (se usata con rigoroso metodo) sulla mente di tutti quanti – persone con o senza disabilità. Oggi ci concentreremmo sul lavoro fa la musica su un bambino o ragazzo disabile che non può parlare o non trova il modo di esprimersi a parole. Vedremo come la Musica, attraverso l’Equipe di Altravoce e il Metodo Esagramma riesce ad aiutare nella comunicazione ed espressività verbale, corporea ed emotiva. Parleremo del lavoro della musica e la sua potenzialità.

La musica lavora nella comunicazione e consente la relazione

Anche nei casi delle più gravi disabilità, dove la persona fragile fa fatica a parlare – un bambino autistico, una ragazza con cerebrolesione… – attraverso l’applicazione del metodo Esagramma riusciamo a focalizzarci sui temi più importanti per quella persona: il comportamento, la percezione del sé, le attribuzioni di senso. In questo modo possiamo aiutarla a migliorare nella comunicazione e nella relazione con gli altri. Per agire e lavorare su quest’obiettivo, dovremo prima individuare l’origine del problema. Il problema o l’ostacolo (come direbbero Licia Sbattella e Pier Angelo Sequeri) si trova nella parte astratta della persona, ovvero la coscienza e le capacità comunicative: ascoltare, parlare, capirsi, rispondere.

Ed è qui dove la Musica del Triennio di Musica Inclusiva Orchestrale inciderà e dovrà lavorare, sviluppando o creando capacità nuove nel bambino, ragazzo o adulto con disabilità.

Come lo fa? Lo vedremo.

Lavora sulla crescita personale

Non è un concetto nuovo questo che introdurremo ora. Ognuno di noi, lungo il corso della vita, ha la possibilità di maturare le proprie competenze e capacità, quello che alcuni chiamano la “crescita personale”. E possiamo orientarci sia dal punto di vista umano, sia dal punto di vista sociale, aspetti che influenzano molto anche sulla sfera professionale. La formula per superarsi è sempre la stessa, e la più vecchia del mondo: sbaglio – imparo – cresco.

Lavoro della musica

Nel caso di persone fragili (con autismo, disabilita intellettive, sindromi genetiche) funziona esattamente allo stesso modo. Purtroppo, però per chi ha una fragilità non è così semplice. Le organizzazioni cliniche e di riabilitazione difficilmente hanno orientamenti psicopedagogici ben definiti. Hanno obiettivi prettamente sanitari e di intrattenimento, ma non è previsto per la persona con disabilità mentale un percorso personalizzato per la crescita e lo sviluppo delle competenze personali.

Il problema è che per sviluppare le capacità di quello che poi sarà un adulto con sindrome di Down, sarà necessario iniziare con percorsi specifici e una visione d’insieme fin da quando è bambino. Per la maggior parte dei casi, gli obiettivi delle strutture di accoglienza attualmente sono debolmente pertinenti a una crescita vera e propria e quel figlio con disabilità non ha obiettivi prefissati che siano condivisibili anche da chi non ha una disabilità.

Ovvero?

Tu che non hai una disabilità, faresti mai dei “lavoretti in legno”? Oppure suoneresti una maracas e basta? Scommetto di no…

Per questo motivo durante il percorso riabilitativo ed educativo: il Triennio di Musica Inclusiva Orchestrale, impostiamo il lavoro insieme al genitore di modo che il figlio possa avere reali prospettive per una vita di qualità. Ora chiamato “Progetto di Vita”.

Con il triennio, da quasi quarant’anni migliaia di bambini, ragazzi e adulti con disabilità in Italia hanno trovato una porta accessibile alla comunicazione, all’ascolto, alle relazioni sociali. Sbagliando – imparando – crescendo.

Lavoro ed educazione di Qualità

“Qualità”. Perché la nominiamo? Quando ci riferiamo a un servizio di qualità di solito pensiamo a tre caratteristiche: affidabile, professionale e duratura. Il servizio offerto ad Altravoce ha tutti e tre gli aspetti, proprio perché oltre ai volontari ci sono collaboratori specializzati nel metodo Esagramma e nei vari campi di applicazione: l’insegnamento, la musica, la pedagogia e la psicologia. Dopo i tre anni del Triennio i risultati per quel bambino, ragazzo o adulto sono visibili sia in ambito personale e che in quello sociale.

Ad esempio un ragazzo che prima non aveva autostima, dopo il Triennio riesce a percepirsi in un modo diverso. Può vedersi lui stesso consapevole delle sue competenze musicali, sociali e relazionali. In più, tutto quello che ha imparato nel Triennio, “lo porta a casa” nel senso che le ricerche dimostrano quanto anche i genitori possano vedere i cambiamenti effettuati nel comportamento del figlio. E’ possibile che i comportamenti problematici, le cosiddette “crisi”, in alcuni casi si riducano, soprattuto se c’è una reale collaborazione tra l’equipe di Altravoce, i genitori e i terapeuti che orbitano intorno alla vita del figlio fragile.

E’ per tutto ciò che bambini, ragazzi e adulti con autismo, disabilità intellettive, sindromi genetiche possono avere un’educazione di qualità.

Alleati su più fronti, per la persona disabile

Il lavoro della musica lo si vede già nel Triennio. Bambini, ragazzi e adulti con disabilità sono affiancati uno a uno da musicisti, psicologi, educatori e insegnanti. Il loro sostegno, unito alla musica offre opportunità di inclusione attiva, anche partendo da condizioni diverse, come l’età, le capacità motorie, le possibilità espressive, la tipologia di disabilità mentale.

Questo lavoro si fa in una “orchestra in miniatura”: un Gruppo Orchestra che, in sé, sa accogliere, custodire, creare spazio al superamento di enormi paure. Questo si traduce per un ragazzo autistico nell’atto concreto di riuscire a non ricadere in alcune stereotipie.

Gli strumenti musicali sanno sono dei validi alleati proprio perché a fronte di un piccolo-grande impegno – come riuscire a sfiorare una corda di violino nonostante i gravi problemi comportamentali dati da un autismo – ecco che il risultato positivo viene amplificato. E quello negativo viene mitigato. E’ qui che nasce una vita ricca di soddisfazioni per la persona disabile.

Il lavoro educativo e riabilitativo viene gestito dai Responsabili di Gruppo, solitamente esperti nel metodo Esagramma, in musica e in psicologia o pedagogia. Per il gruppo, l’obiettivo è quello di armonizzare le parti orchestrali per migliorare il coinvolgimento della persona disabile. Questo consente un ampliamento a livello delle competenze e della espressività verbale, corporea ed emozionale della persona con fragilità.

L’essere accolti all’interno del Gruppo Orchestra e della Musica ha un’applicazione flessibile e personalizzata: l’esperienza di lunga data permette di raggiungere bambini, giovani e adulti in condizioni diverse e in differenti momenti della propria vita.

Il ragazzo con disabilità grave che si conquista un posto nell’Orchestra

La musica può essere non soltanto ascoltata e suonata ma anche fatta ascoltare e regalata a qualcuno. Chi ascolta un saggio di fine anno del Triennio o – ancora di più – un vero e proprio concerto dell’Orchestra Sinfonica Altravoce – se ne rende conto. La musica classica, quella colta, si diventa un ambito di espressività comune sia per la persona con disabilità sia per i musicisti senza disabilità. Ma chi è fragile è indispensabile ed è responsabile della parte che suona. E’ questo che fa la differenza: affidare, un poco alla volta, delle responsabilità a chi di solito non crediamo ce la possa fare a causa del grave limite. Dopo il Triennio arriva una delle conquiste più grandi: il ragazzo con disabilità grave ha un suo posto nell’Orchestra, un risultato che nessun altro potrà togliergli.

Se un giorno potrai avere l’opportunità di ascoltare l’Orchestra Sinfonica Inclusiva Altravoce, percepirai la musica come l’hai sempre sentita. Non sentirai una musica “da disabile”. E resterai stupita o stupito, perché ci saranno dei momenti nei quali non riuscirai propria a distinguere chi è disabile e chi non lo è.

<<Non si sente una musica limitata>> dice il prof. Licia Sbattella. E poi prosegue con una riflessione per la quale anche tanti genitori concorderanno:

Quando il figlio disabile ha la possibilità di scegliere

<<I ragazzi con disabilità hanno pochissime chance di scegliere>> nella loro vita, <<tuttavia si arrampicano su Beethoven, conquistandosi un posto lodevole e dignitoso. Ci offrono una testimonianza fatta di valori e di bellezze che abbiamo trascurato>> fino a quel momento <<pur avendole a portata di mano>> nella vita di tutti giorni <<con facilità infinitamente maggiore. Dall’altra parte>> quei <<nostri figli senza disabilità possono scegliere liberamente gli interessi ai quali vogliono dedicarsi, e perciò rischiano più facilmente di accontentarsi anche di roba da poco>>.

Come risultato, i pregiudizi di chi ascolta la musica suonata da quel ragazzo disabile e dai suoi compagni d’orchestra (che, come detto, hanno e non hanno una disabilità) si sciolgono. Gli ascoltatori dell’Orchestra Sinfonica Inclusiva Altravoce sono indotti a considerare in modo nuovo la ricchezza della musica. Forse, fino a quel momento, dicevano che la musica classica potesse essere <<un vezzo sofisticato, un passatempo d’elite, un tempo perso>>. Ma è chi ci ha ascoltato in concerto che da quel momento in poi capisce che è la musica stessa, che suona, per sé stessi, diversamente.

katherin sanchez

Katherin Sanchez

Fabio Dalceri

Altravoce-Musica-Disabili-Socio-Sostenitore

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