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Sala orchestra

La sala orchestra: Lo spazio musicale per il Progetto di Vita

Il Metodo Esagramma, lo sappiamo, è un approccio unico in Europa nel contesto della musica inclusiva orchestrale, con esperienza decennale in ambito di musica e disabili.

Ma, perché scegliere uno spazio orchestrale?

Perché gli strumenti orchestrali e la ricchezza delle partiture sinfoniche consentono di sentire ed esprimere emozioni e pensieri. Sì, perché con il nostro metodo ogni bambino, ragazzo, e adulto – nonostante le difficoltà – riesce a suonare con altre persone: musicisti, educatori con o senza disabilità, ma soprattutto a generalizzare gli apprendimenti, spostandoli dalla musica alla vita di tutti i giorni. In un’ambiente di condivisione e inclusione dove la disabilità passa in secondo piano, per dare spazio a ciò che la persona sa o può fare.

Oggi parleremo proprio delle caratteristiche di questo ambiente, di cui faranno parte i bambini, ragazzi e adulti con disabilità appena giunti ad Altravoce. Ambiente in cui lavorano durante l’intero percorso formativo e riabilitativo: il Triennio di Musica Inclusiva.

La sala musica è una sala orchestra

La sala musica è una vera e propria sala orchestra. Essa risulta particolarmente emozionante e invogliante per gli allievi, per i genitori e per gli educatori. La sessione viene vissuta in un ambiente orchestrale, e subito si è pronti per suonare i brani musicali dei grandi compositori, anche se si soffre di una condizione fortemente invalidante.

Gli strumenti sinfonici (contrabbassi, violoncelli, violini, timpani e piatti, campane tubolari, vibrafono, marimba, xilofono, arpe e piccole percussioni) sono disposti a semicerchio come prevede la tipica disposizione orchestrale sinfonica. Il pianoforte è in posizione frontale e disposto affinché il pianista possa condurre o supportare il conduttore con la sola musica.

Tutti gli strumenti sono pronti per essere suonati con diverse modalità:

  • le bacchette – di differenti forme, dimensione e rigidità – sono a portata di mano per esplorare le percussioni,
  • gli archetti sono tesi e impeciati;
  • tutti gli strumenti, appena arriva un bambino disabile, sono accordarti

Queste diverse modalità portano beneficio all’aspetto della mobilità fisica e della coordinazione.

sala orchestra

Le Esperienze nel paesaggio sonoro della sala Orchestra

Gli strumenti non presentano particolari adattamenti funzionali. Si presta semplicemente molta attenzione a che la disposizione ne faciliti l’uso individuale e cooperativo.

Qualche leggio e qualche partitura ‘popola’ l’ambiente pronto ad animarsi e a divenire un vero soundscape (un “paesaggio sonoro”). Con questa frase richiamiamo le parole del compositore canadese Raymond Murray Schafer che coniò per primo l’espressione: “un qualsiasi campo di studio acustico […], una composizione musicale, un programma radio o un ambiente”.

La qualità al primo posto

La sala Orchestra è attrezzata con impianti di registrazione e riproduzione del suono che consentono l’ascolto delle esecuzioni proprie e altrui. La telecamera consente la registrazione di ogni lezione, posta in un angolo. Il supervisore dell’Equipe può dunque osservare l’operato degli allievi e la qualità degli affiancamenti, per modificare e migliorare le strategie educative e riabilitative.

Chi è in sala musica può occupare solo uno dei due ruoli fondamentali del lavoro musicale: solitamente c’è chi ascolta e chi suona. Chi è in sala musica, durante la Musica Inclusiva Orchestrale, può solo far parte a tutti gli effetti dell’orchestra (e quindi suonare). Questo perché il gruppo di lavoro deve condividere il medesimo focus: la produzione sonora.

Prendersi cura delle rispettive voci

La cura dell’ambiente, degli strumenti e degli oggetti – così come delle persone che ne fanno parte ‘dandogli’ voce via via più ricca, articolata e strutturata – viene ben presto assunta da ogni allievo con disabilità (autismo, disabilità intellettiva, sindromi genetiche). Ed è una caratteristica ben nota dello stile musicale e relazionale di ogni membro dell’orchestra.

Prendersi cura dello strumento è un po’ prendersi cura delle rispettive voci. Perchè durante la lezione ci esprimiamo attraverso la musica. La “voce” di ciascuno dei partecipanti sono le note che riesce a suonare mediante gli strumenti. Perciò, nelle lezioni, viene insegnato a prendersi cura di essi – che ribadiamo essere strumenti veri, perfettamente funzionanti e accordati ad ogni sessione.

Quando uno strumento sta per cadere, tutti si precipitano. E se cade veramente nessuno viene sgridato ma l’invito a prestare più attenzione e lo scoramento dell’intero gruppo sono sufficienti a insegnare quella cura che ogni voce del gruppo richiede.

Prestare attenzione alla cura degli strumenti è un importante traguardo da non trascurare nello sviluppo della persona. Diventa poi un piacere conquistato e condiviso con ogni componente del gruppo orchestra, in famiglia e tra amici.

Per Concludere..

Dare a un bambino, ragazzo o adulto con disabilità l’opportunità di essere inserito in questo percorso significa:

  • dargli fiducia e consentirgli di prendere parte a un futuro possibile
  • avere a cuore la sua formazione, il suo sviluppo
  • credere nelle sue potenzialità, anche se non immediatamente palesi

Dare la possibilità di crescere insieme e di suonare con strumenti sinfonici un repertorio sinfonico è una scelta che cambia la vita, aprendola a nuovi orizzonti.

Una metodologia unica in Europa, che lavora su canali emotivi, di pensiero e comportamentali per consentire alle persone di esplorare nuovi modi di essere.

Grazie alla musica migliaia di persone disabili in Italia hanno potuto scoprire e valorizzare le proprie potenzialità, riscoprendosi abili e capaci.

Altravoce-Musica-Disabili-Socio-Sostenitore
katherin sanchez

Katherin Sanchez

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